Lutzerath: storia e risvolti di una lotta ambientalista

 

E’ il 14 gennaio 2023. In un piccolo villaggio tedesco abbandonato, migliaia di persone marciano in corteo affrontando a testa alta i cordoni di polizia ed aggirandosi intorno alle cave di una miniera di carbone. Tutto fa pensare ad una semplice manifestazione ambientalista. Dopotutto, i simboli che si possono notare qua e là su bandiere e striscioni appartengono a movimenti ormai noti, come Fridays For Future ed Extinction Rebellion.

Ma quella di Lutzerath non è affatto una ribellione qualsiasi. È una ribellione emblematica, che segna l’inizio di una nuova era per l’attivismo climatico. Una ribellione che non avviene in un periodo qualsiasi, ma in un momento di grande sfiducia delle nuove generazioni nei confronti della vecchia classe politica. Una ribellione che dimostra come i giovani attivisti per il clima siano oggi attivi più che mai e pronti a lottare, nonostante si sentano traditi perfino dalle forze politiche che fino a poco prima promettevano di volerli sostenere.

Alla fine di questo articolo avrai una chiara visione del villaggio di Lutzerath e di tutti i principali eventi che hanno fatto la sua storia. Un piccolo villaggio tedesco come tanti, ma non un villaggio qualsiasi.

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Detto questo, proseguiamo.

La storia che sto per raccontarti oggi ha inizio molto tempo fa, nella Germania degli Anni Sessanta. E’ il 1961 e nella regione settentrionale della Renania Vestfalia iniziano le attività per la creazione di Garzweiler, una miniera di lignite (forma molto inquinante di carbone) che ad oggi è tra le più grandi d’Europa, con una superficie all’incirca pari  a quella della città di Bergamo.

Nel corso del tempo la miniera ha continuato ad espandersi, inghiottendo pian piano diversi villaggi limitrofi. Ma il punto di svolta significativo avviene nel 2006, quando la RWE (compagnia elettrica che controlla la miniera) lancia il progetto Garzweiler II, che mira ad un’espansione di circa 48 km² e che comporterebbe la scomparsa di diversi villaggi.

Fra questi, Lutzerath. Un piccolo villaggio abitato da un centinaio di abitanti, ma il cui nome diventerà ben presto noto in tutto il mondo, simbolo di una resistenza ambientalista senza precedenti nella Storia della Germania.

E’ proprio nel 2006 che i primi abitanti decidono di abbandonare le loro abitazioni per trasferirsi altrove, dando inizio ad un lento esodo forzato che proseguirà nei decenni successivi.

 

Il ritorno degli abitanti

Lutzerath sembra ormai un villaggio fantasma destinato a scomparire quando nel 2020, contro qualsiasi previsione, inizia a ripopolarsi. Ad installarsi negli edifici ancora presenti non sono cittadini qualsiasi, bensì centinaia di attivisti, appartenenti a diversi collettivi ambientalisti.

Uniti dalla determinazione e dall’obiettivo comune di porre fine all’espansione della miniera, gli attivisti decidono di mettersi alla prova, dimostrando di poter costruire una società diversa, che riesca a sussistere sfruttando solamente energie alternative ai combustibili fossili.

Edificando case sugli alberi, impianti fotovoltaici e centri comunitari, danno vita ad una vera e propria comunità autosufficiente, basata sulla giustizia climatica e sulla solidarietà.

Una comunità solida, che non si è fermata nemmeno quando il colosso energetico RWE ha deciso di tagliare completamente la corrente elettrica all’insediamento.

 

Lutzerath storie e risvolti del villaggio autosufficiente

Lutzerath storie e risvolti del villaggio occupato dagli ambientalisti

 

E poi è arrivata la guerra in Ucraina, con notevoli conseguenze anche sulla questione climatica. Ne avevo parlato l’anno scorso in questo articolo, che ti consiglio di andare a leggere in caso tu non l’abbia già fatto.

Fatto sta che, nel 2022, le ostilità con la Russia e la conseguente crisi energetica spingono il  governo dello stato federale Nord Reno Westfalia a stipulare un accordo con la compagnia energetica RWE: quest’ultima dovrà abbandonare i progetti che prevedono la demolizione di alcuni villaggi ed interrompere l’attività estrattiva entro il 2030. Nel frattempo però il colosso energetico tedesco potrà estendere la miniera fino ad inglobare Lutzerath e continuare ad estrarre lignite per altri 7 anni.

 

La guerra di aggressione di Putin ci sta costringendo a fare temporaneamente un uso maggiore della lignite in modo da risparmiare gas nella generazione di elettricità
E’ una decisione dolorosa ma necessaria vista la carenza di gas

Robert Habeck, ministro tedesco per gli affari economici e l’azione per il clima

 

Secondo RWE, il villaggio di Lutzerath e suoi abitanti sono il sacrificio richiesto per far fronte a questa crisi energetica.

Ma si tratta veramente di un sacrificio necessario?

Secondo gli esperti dell’Istituto federale per l’Economia, no: la demolizione del villaggio è insensata perfino sotto il profilo economico. Il carbone dell’attuale miniera, dati alla mano, basta già a coprire il fabbisogno energetico del Paese.

A riprova di questa tesi, uno studio pubblicato di recente dal Coal Transitions, centro internazionale di ricerca indipendente, ha dimostrato come il carbone di Lutzerath non sia affatto necessario e che la sua estrazione trascinerebbe la Germania al superamento del budget di emissioni stabilito con l’Accordo di Parigi nel 2015.

 

La risposta degli attivisti

Ma torniamo a Lutzerath: come hanno reagito gli attivisti di fronte ai provvedimenti messi in campo dal governo tedesco? Spoiler: non bene.

Nel 2022 si sono susseguiti diversi eventi e manifestazioni, ma la protesta ha iniziato a scaldarsi soprattutto lo scorso gennaio, quando migliaia di attivisti provenienti da tutto il mondo hanno iniziato a frequentare la zona.
Il 7 gennaio in quasi 8000 hanno partecipato ad un’imponente manifestazione, attraversando il villaggio in corteo ed organizzando un concerto. La richiesta, inequivocabile, è sempre la stessa: interrompere l’espansione della miniera e la distruzione di Lutzerath.
Ma questa sarà solo la prima di molte manifestazioni che avverranno nei giorni seguenti e, soprattutto, l’ultima senza scontri con la polizia.

 

Lutzerath storie e risvolti: gli attivisti vs l'escavatrice

 

Stiamo agendo contro questa distruzione mettendo i nostri corpi
sulla traiettoria dell’escavatore

Ronni Zeppelin, membro del movimento Lutzerath Lebt

 

Se fino ad allora gli attivisti avevano potuto occupare la zona senza grandi problemi, tutto cambia il 10 gennaio, quando l’amministrazione della contea di Heinsberg impone il divieto di ingresso e sosta nell’area e dà il via libera alle forze dell’ordine per sfrattare gli occupanti.

Migliaia di agenti di polizia in assetto antisommossa iniziano ad entrare nel territorio di Lutzerath: ha inizio lo sgombero.

La risposta degli attivisti è fin da subito agguerrita e le prime operazioni sono caratterizzate da scontri violenti. Gli ambientalisti lanciano molotov, pietre, razzi. Gli agenti rispondono con lo spray al peperoncino. Ma gli occupanti non sono affatto intenzionati ad andarsene ed inizia a circolare la voce che la leader dei giovani movimenti ambientalisti, Greta Thunberg, raggiungerà Lutzerath in occasione di una grande manifestazione prevista in quei giorni. E non è l’unica ad aver avuto quest’idea.

Il 14 gennaio, a pochi giorni dall’inizio dello sgombero, una marea di oltre 35.000 attivisti provenienti da tutto il mondo si recano sul luogo per esprimere il loro dissenso all’espansione della miniera. Al grido di “People have the power” i manifestanti si dirigono verso la miniera e affrontano a testa alta i cordoni della polizia antisommossa. 

Da un lato gli agenti muniti di caschi, scudi e manganelli. Dall’altra gli attivisti armati di rabbia, tenacia ed unità. Questi ultimi non hanno paura dello scontro. Forse perchè si sono resi conto di avere dalla loro parte ciò di cui i loro avversari non dispongono: un valido motivo.
Gli agenti si trovano lì per eseguire gli ordini imposti dai loro superiori.
Gli attivisti sono giunti a Lutzerath per difendere i loro valori e, soprattutto, il loro diritto ad avere un futuro su questo pianeta.

Lutzerath storie e risvolti di una manifestazione epocale

Alla manifestazione partecipa anche Greta Thunberg, che verrà portata via di peso da due agenti di polizia.
Nel giro di pochi giorni la foto diventa un simbolo. L’emblema dell’inizio di una nuova era per l’attivismo ambientale.

Lutzerath la foto di Greta simbolo di una svolta

 

Quando il governo e le società agiscono in questo modo,
distruggendo l’ambiente… le persone si fanno avanti

Greta Thunberg

 

Non solo Greta. Sono tante le personalità che denunciano un tradimento da parte dei Grünen nei confronti degli ambientalisti. E la rottura è anche interna.

«Disboscare alberi, radere al suolo il villaggio di Lützerath e infine bruciare il carbone estratto dal suo sottosuolo è un errore gravissimo» afferma Renas Sahin, portavoce dei Giovani Verdi nel Nordreno-Vestfalia.

Anche Luisa Neubauer, non solo leader dei FFF ma anche esponente dei Grünen, si è schierata più volte contro la decisione presa dal suo partito che, solo pochi mesi prima dell’accordo con RWE, aveva promesso che Lutzerath non sarebbe stato toccato.

 

La contraddizione tedesca

Spesso viene citata la Cina come l’emblema delle contraddizioni in materia di energia e sostenibilità: un Paese all’avanguardia nel settore delle energie rinnovabili ma, al contempo, ancora molto dipendente dalle fonti fossili.
Ma, da questo punto di vista, anche la Germania non scherza.

Questa, a differenza per esempio dell’Italia, (riferimento del tutto casuale) è diventata negli ultimi anni un modello esemplare per l’installazione di impianti di energia rinnovabile. Tuttavia, come si è visto, il Paese è ancora fortemente dipendente dal carbone, in particolar modo dalla lignite. Nonostante siano diversi i Paesi dell’UE trovatisi a dover riattivare le centrali a carbone per far fronte all’attuale crisi energetica, solo in Germania, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, l’inversione è stata davvero significativa.

 

Basta dare un’occhiata al mix energetico tedesco e la situazione appare subito molto chiara:

Lutzerath storie e risvolti di un villaggio simbolo dell'ambivalenza energetica tedesca

Questa ambivalenza energetica è riassunta alla perfezione anche da un’altra immagine emblematica, raffigurante il paesaggio del Nord-Reno Westfalia caratterizzato non solo dalla presenza di un escavatore, ma anche da numerose pale eoliche. Molte di queste sono destinate all’abbattimento, per far spazio all’espansione della miniera Garzweiler. 

 

Lutzerath storie e risvolti del villaggio simbolo della lotta per il clima

 

“Il paesaggio di Lutzerath mostra quello contro cui stiamo lottando,
ciò che stiamo cercando di prevenire”

Greta Thunberg

 

Il tramonto di Lutzerath

Il 15 gennaio, giorno successivo alla grande manifestazione, gli ultimi due occupanti rimasti abbandonano il villaggio. A fine gennaio Lutzerath è un deserto di macerie. Non è rimasto più nulla. Le case e gli alberi sono stati abbattuti e presto la terra verrà scavata per proseguire con l’espansione della miniera.

 

Lutzerath storie e risvolti del villaggio demolito per far spazio alla miniera


«La distruzione è avvenuta molto velocemente, e sappiamo perché: avevano paura di noi e del potere che possiamo sprigionare insieme. Anche se la vita assieme non è stata sempre bella: ci manca Lutzi e le persone che hanno costruito questo movimento con noi»

Scrivono sui loro social gli attivisti tedeschi, dopo aver riportato la notizia della distruzione di Lutzerath. 

Il carbone presente sotto Lutzerath emetterà 280mln di tonnellate di CO2 entro il 2030.
L’Italia intera in un anno ne emette circa 400mln.

 

In conclusione

Per quanto le metodologie adottate possano essere, talvolta, più o meno discutibili, ciò che sta accadendo negli ultimi anni è inequivocabile: c’è una generazione di ragazzi e ragazze che esprimono il proprio dissenso e lottano per difendere le loro idee, si riversano nelle piazze, occupano strade e miniere. Sono disposti ad utilizzare i loro corpi come mezzo di protesta, mettendo a rischio sé stessi pur di fare del loro sogno, quello di un mondo fondato sulla giustizia ambientale e sociale, una realtà. 

Ed ora si stanno riorganizzando, mettendo in atto nuove strategie per far sentire la propria voce. Una voce che, nonostante anni di iniziative e manifestazioni, rimane ancora quasi del tutto inascoltata.

 

La classe politica è sempre più distante dalle richieste delle giovani generazioni


Anche i pochi partiti politici che prima promettevano il cambiamento, ora stanno pian piano perdendo sempre più la fiducia dei giovani, dai quali quel desiderio di rivoluzione era partito. L’abisso che separa gli interessi della vecchia classe politica dalle nuove richieste delle giovani generazioni, sembra oggi più immenso che mai. 

Cosa occorrà per risanarlo? 

 

Per approfondire…

  1. Le immagini, molto spesso, dicono più di mille parole, soprattutto nel caso di eventi difficilmente descrivibili come quelli avvenuti nell’ultimo periodo nei pressi di Lutzerath.
    Se vuoi immergerti per qualche istante nel villaggio tedesco simbolo della resistenza ambientalista, tra gli attivisti che ne sono stati protagonisti, ti consiglio vivamente di dare un’occhiata a questo breve ma incisivo reportage fotografico del The Guardian e a quest’ampia raccolta di immagini raccolte dal movimento LutziLebt.
  2. Non tutti gli abitanti di Lutzerath abbandonarono le loro abitazioni nel 2006. Alcuni decisero di rimanere, spinti dalla speranza che le cose cambiassero. Tra questi Eckardt Heukamp, agricoltore che ha deciso di abbandonare il villaggio solamente lo scorso dicembre. Ascoltalo mentre racconta la sua storia in un’intervista di Greenpeace Deutschland.
  3. Per rimanere costantemente aggiornato/a sulle ultime notizie dal movimento LutziLebt, segui il loro sito web e la loro pagina Instagram.

 

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1 commento su “Lutzerath: storia e risvolti di una lotta ambientalista”

  1. Ciao Fabri! Articolo come sempre interessante, chiaro e ben documentato. Credo che queste informazioni e azioni possano davvero contribuire al necessario cambio di rotta. Avanti tutta, coraggio e grazie di cuore

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