L’ultima chiamata per il clima: cosa dice il nuovo rapporto IPCC?

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E’ il 10 agosto 2021 e mai come oggi così tanti giornali europei hanno dedicato spazio nelle loro prime pagine alla crisi climatica ha scritto il giornalista del Messaggero Nicolas Lozito sul suo profilo Instagram qualche giorno fa.

I più noti giornali italiani come La Stampa, La Repubblica e il Corriere della Sera e altri europei quali  Le Monde (Francia) e The Guardian (Gran Bretagna) parlano del nuovo rapporto Ipcc dell’Onu pubblicato il giorno prima. “Crisi climatica globale: inevitabile, senza precedenti e irreversibile” titola il noto quotidiano britannico.
Sono trascorsi già alcuni giorni dalla pubblicazione del Sixth Assesment Report da parte del gruppo intergovernativo ONU sul cambiamento climatico, ma la notizia fa ancora pensare e discutere. Anche perchè questa pubblicazione non avviene in un periodo qualsiasi per quanto riguarda la crisi climatica. Proprio in questi giorni in diverse regioni d’Italia dilagano gli incendi indomabili e il nostro Paese, dopo aver battuto il record olimpico, batte quello della temperatura più alta mai registrata in Europa, con la Sicilia che tocca i 48.8C°.
Volete sapere quali sono le novità sul fronte del clima messe in risalto da questo report? Continuate la lettura per scoprire questo ed altro!

 

 

Da chi è stato scritto

Partiamo innanzitutto da una domanda molto semplice ma al tempo stesso fondamentale: cos’è l’IPCC? L’IPCC, acronimo di Intergovernamental Panel on climate change, è un gruppo intergovernativo dell’ONU formato nel 1988 allo scopo di studiare il riscaldamento globale. Il 12 ottobre 2007 questa organizzazione ha vinto il premio Nobel per la pace per l’impegno nel diffondere la conoscenza sui cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale. I sei report presentati fin’ ora sono da sempre stati strumenti fondamentali per la comunità scientifica, ma anche per politici, le associazioni e i cittadini che vogliono agire concretamente e con basi scientifiche condivise e attendibili per contrastare la crisi climatica.

Cosa dice

Lunedì 9 agosto l’IPCC ha pubblicato la prima parte del suo sesto rapporto, firmato da 234 scienziati provenienti da 66 Paesi del mondo. Ma cosa c’è scritto, in breve, in questo documento?
Una delle notizie più allarmanti riguarda l’irreversibilità dei cambiamenti climatici: i cambiamenti con i quali ci ritroviamo già ora a fare i conti (innalzamento dei mari, acidificazione e aumento della temperatura degli oceani e fusione dei ghiacciai) sono irreversibili.
L’IPCC ci avvisa inoltre che fino ad oggi la temperatura media globale è salita di 1,1 C° rispetto all’era preindustriale e aumenterà di 1,5 C° nei prossimi 20-30 anni anche se oggi smettessimo di emettere gas serra.
E le persone non ancora convinte che dietro ai cambiamenti climatici ci sia anche la mano dell’uomo devono ricredersi: nel rapporto, basato su più di 14000 studi, gli scienziati confermano infatti che il climate change è provocato dall’attività antropica in maniera inequivocabile.

Ultimo appuntamento: la COP26

Gli scienziati non ci dicono soltanto che non c’è più tempo, ma che abbiamo ancora un’ultima speranza: “Non è impossibile invertire il trend dell’aumento della temperatura, siamo ancora in tempo per farlo se iniziamo a ridurre le emissioni in modo rapido e duraturo nei prossimi 20 anni. Non si riuscirà a rimanere entro gli 1.5C° di aumento ma siccome sappiamo che c’è una relazione lineare tra concentrazione di CO2 e aumento della temperatura, se cala l’anidride carbonica cala la temperatura” ha dichiarato la ricercatrice italiana Erika Coppola, tra gli autori del Rapporto.
La COP26 (Convenzione quadro sui cambiamenti climatici) che si terrà a Glasgow fra ottobre e novembre, è l’ultimo appuntamento considerato utile per prendere decisioni definitive. I governi del mondo dovranno agire.

E’ l’ora di tornare in piazza!

Cosa possiamo fare noi cittadini sensibili alle tematiche ambientali, mentre attendiamo questo importante vertice? La prima cosa da fare è informarsi e successivamente informare altre persone parlando con amici e parenti di questi argomenti. Il primo passo che potresti fare tu che stai leggendo questo post è quello di condividere quest’ultimo, per farlo arrivare a più lettori possibili!
Inoltre, dopo circa due anni di restrizioni, con tutte le dovute precauzioni anti-covid, è giunta l’ora di scendere in piazza per far sentire di nuovo la nostra voce, ora più che mai!
Il 24 settembre, infatti, Fridays for Future ha annunciato uno sciopero globale per il clima, per fare pressione sui decisori politici che si riuniranno in autunno a Glasgow.

“Segnatevi il 24 settembre in calendario. Riempiremo le piazze di tutto il mondo. Cambieremo la Storia, e sarà la storia più bella da raccontare tra 20 anni” scrivono gli FFF sui social!

1 commento su “L’ultima chiamata per il clima: cosa dice il nuovo rapporto IPCC?”

  1. Dopo aver scritto questo articolo l'ho inviato al mio caro amico Marco Battisti di Ladispoli, il quale dopo averlo letto mi ha inviato questa bellissima riflessione che riporto di seguito per condividerla con tutti voi: "Ciao Fabri, è un grandissimo problema aver disatteso le necessità dell'ambiente che ci circonda e che ci dà vita, violentandolo in nome di interessi economici di un sistema che si è rivelato in tutti gli aspetti fallimentare. E pensare che l'uomo è considerato l'essere più intelligente del pianeta. Pur condividendo questa tesi mi soffermerei attentamente sulle contraddizioni che la svalutano, sino a far sopravanzare l'involuzione rispetto ad una evoluzione che l'intelligenza dovrebbe produrre. L'intelligenza non è possedere tutti un telefonino e una rete 5g della quale è solo provato "che non è provato che faccia male", non é far morire di fame migliaia di bambini la cui terra si è desertificata per effetto delle emissioni dei paesi industrializzati, non é pagare 450000 dollari di biglietto per un viaggio nella stratosfera organizzato da miliardari i cui occhi non vedono e non aiutano i più miseri. L'intelligenza magari sarebbe quella di comprendere le necessità globali contro quelle egoistiche, comprendere che non si può toccare un fiore senza sfiorare una stella, che il nostro mondo è tutto strettamente collegato, un meraviglioso fluido che interconnette tutti e tutto, e che antiche popolazioni, avevano ben compreso, e per questo loro modo di vita in armonia con tutto ciò che li circondava, di cui ne avevano fatto una religione, li abbiamo chiamati "selvaggi". È ora di invertire i ruoli e mettere a nudo le verità. Chi può ed è in grado di farlo metta in campo tutti gli strumenti per far conoscere stili di vita diversi da quelli abituali, che aiutino anch'essi a minori emissioni, pertanto vai avanti con i tuoi amici e coetanei in questa lotta contro qualcosa che appare arduo, ma nulla è impossibile. Un abbraccio e un augurio di un miglior futuro e anche di buon ferragosto. Saluti a tutti. Marco"

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